Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

mercoledì 21 giugno 2017

Le regole del gioco

...e così sono partiti, Amaranta ed Iggy, lasciando uno spazio incredibilmente vuoto nell'antro, oppresso dal caldo e dal silenzio.
 Kilroy, reduce dalla consueta escursione notturna, mi mostra sorridendo il palmo della mano, sopra ci ha dipinto un fiore: ogni petalo un colore diverso. 
Un pensiero gentile.
Ogni volta che sono triste mi regala un fiore, ma questo dipinto sulla sua pelle è davvero speciale.
Mi sta offrendo se stesso e tutto il suo amore.
Lo bacio sulla fronte e lui contraccambia con quel suo sorriso largo che va da un'orecchio all'altro, prima di eclissarsi in un angolo della soffitta e finalmente addormentarsi, appeso a testa in giù, ad una trave.
Robinson, il topolino naufrago, invece si è da poco svegliato, e manifesta con discrezione la sua presenza, dietro il buco intagliato nella tappezzeria, da cui cui intravedo solo un occhio rotondo, intento a verificare, da quella sua visuale ristretta, le presenze, umane ed animali, all'interno della stanza. Lo rassicuro sull'assenza di Cagliostro e lo alletto, per farlo uscire dal suo buchetto, con la  promessa di un biscotto al cioccolato, perché Robinson adora i dolci.
E così, dopo ancora qualche tentennamento, rotola fuori dal suo nascondiglio per sgranocchiare quella promessa che, nel frattempo, si è materializzata nelle mie mani.
Ed ecco, col primo raggio di sole, materializzarsi Lizard/Monnalisa, la lucertolina bionda, esitante sulla soglia, paventando un incontro/scontro con Cagliostro, ma la vista di Robinson intento a sgranocchiare in tranquillità un angolo di biscotto, la tranquillizza inducendola ad entrare.
Mi sguscia sinuosa tra i piedi, leggermente sfiorandomi con la punta della coda: è il suo modo di farmi una carezza, e che sempre mi propaga una nota di dolcezza infinita.
Non ho nulla da offrirle, stamani, ma a lei non importa, le basta il raggio obliquo di sole sulla sua mattonella e la quieta tranquillità delle nostre presenze.
Anche BLOG, in ultimo fa la sua comparsa, col saluto muto del suo sorriso, mi scruta dietro quei suoi occhialoni neri, sorpreso dell'assenza di Cagliostro.
BLOG, sulla soglia dei dieci anni, non ha subito cambiamenti di rilievo, se non una piccola perdita di peso che non lo ha però stravolto nella fisionomia.
Sono consapevole che un giorno, non troppo lontano, ci separeremo, io andrò verso il buio e lui, invece, verso la luce, così come è nelle regole del gioco.

Io gli ho dato la vita e quell'intraprendenza che lui con amore, e determinazione, ora reclama, e che esula da me, che pur l'avrei tenuto per sempre attaccato alle mie vesti, per proteggerlo e amarlo e nutrirlo: essere il suo ombrello e la sua minestra, essere il bacio del buongiorno e quello della buonanotte, essere la sua madre factotum. Essere/esserci, per baciare ogni sua ferita, lenire ogni suo dolore, espandere ogni sua gioia. Ma arriverà il tempo dell'addio e io saprò mascherare le mie lacrime dietro un sorriso entusiasta, augurandogli buon viaggio e buona vita e imprese mirabolanti, oppure, se gli aggrada, un angolino appartato e silenzioso, se questo sarà il suo desiderio.

...perché arriva sempre quel momento che i figli bisogna lasciarli andare, e non provare dispiacere se non si volteranno troppe volte indietro per quell'ultimo, definitivo sguardo, mentre noi di nascosto ci asciugheremo le lacrime pur continuando a sorridere e agitar le mani in segno di festoso saluto.
Vai cuore mio, amore mio sempre bambino, che quando deciderai di voler tornare mi troverai ad attenderti con apparecchiata la tavola e il tuo piatto preferito tenuto in caldo.
...e questo mio cuore innamorato che mai smetterà di battere per te.

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