Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

giovedì 26 giugno 2014

Il mio battito d'ali




 "Il minimo battito d'ali di una farfalla è in grado di provocare un uragano dall'altra parte del mondo"

 Il mio battito d'ali
Il mio battito d'ali non ha mai avuto la forza di generar cicloni, piuttosto, in questo cielo falsamente etereo, ho cozzato in volo contro nubi erte come muri.
Nata sprovvista del senso dell'orientamento, e di quello della memoria visiva, più che liberamente decidere il percorso, mi lascio pigramente trasportare dai venti uggiosi e dalle correnti ascensionali, in balia dei riverberi e dei miraggi e dei placidi orizzonti illusori, che pur celano, al loro interno, le insidie silenziose delle eclissi.
Più facile accodarmi, allora, agli stormi pellegrini in transito verso mete ignote e condividerne, sia pure per un breve tratto, il percorso e il destino.
Il mio passaggio sarà così testimoniato.
Marilena

sabato 14 giugno 2014

Il cielo non è per tutti


Il cielo non è per tutti: non per i codardi che piroettano agganciati ad una corda, e neppure per i visionari, assuefatti alle proprie allucinazioni. Non per gli scrittori, che di cieli, in virtù del proprio estro, ne dispongono una gamma infinita. Il cielo non appartiene neppure agli angeli, creature illusorie e disidratate, e tanto meno agli eroi, troppo corporei, che a stento librano come zavorra di mongolfiera destinata, per prender quota, ad esser scaraventata a terra. Il cielo, paradossalmente, appartiene a chi ha i piedi ben saldi sulla terra ed è ragionevolmente cosciente della provocazione di quell'orizzonte fittizio che si palesa alba, in una regione, e tramonto in un'altra.

mercoledì 11 giugno 2014

Smarrita la strada dell'antro

Smarrita la strada dell'antro.
Intontita dal caldo e dai ritmi frenetici della mia vita, sono allo sbando più totale.
Stanca, stanca, stanca.
Succhio energie dal mio io più profondo per trovare la forza sufficiente di affrontare la giornata.
Passo dall'esaltazione effimera alla depressione più cupa nel giro di un attimo.
Mi trovo spesso a pensare di farla finita.
Architetto piani di suicidio indolore.
Il pensiero di sprofondare nel nulla m'incute, al contempo, pace e spavento.
Pace, perchè non esistere equivale a non sentire più la fatica del corpo e il peso dell'anima.
Spavento, per via del vuoto, del silenzio e del buio: i tre elementi che, immagino, governino il nulla. 

Tutti questi anni sprecati in questa finzione.
Tutti questi anni di fatica aggiuntiva.
Tutti questi anni di non vita.
E coltivare, attraverso la scrittura, l'illusione di averne una.
Di esistere.

Mi sono rigenerata nelle parole, come in una partenogenesi.
Ho aspirato ossigeno dalle frasi, voracemente, come da una placenta.
Per avere l'illusione di un progetto.
Di una speranza.
Una giustificazione a questa mia ostinata permanenza.

Ma davvero non c'è nulla, in questa mia vita, che valga tutta questa immane fatica.
Tutta questa pazienza.
Tutto questo lavorio di formica.

Sono assolutamente cosciente delle cose che sto in questo momento scrivendo.
Così come sono certa che, se non le scrivessi, di certo imploderei.

Le parole mi hanno, da sempre, salvata.
Devo molto a loro.
Di sicuro, il bonus, di questi ultimi sette anni.

Oggi, però, mi sento davvero persa.
Marilena