Dedico questo blog a mia madre, meravigliosa farfalla dalle ali scure e dal cuore buio, totalmente priva del senso del volo e dell'orientamento e, per questo, paurosa del cielo aperto. Nevrotica. Elusiva. Inafferrabile.

domenica 19 maggio 2013

"Giulietta all'Inferno" un post che ha creato fraintendimenti.

"Giulietta all'inferno", un post che ha creato fraintendimenti perchè mi sono pervenute, tramite e-mail, richieste da parte di lettrici sul confezionamento e la somministrazione di misture per i "legamenti d'amore".
Innanzitutto chiedo loro scusa se la mia scrittura le ha indotte in errore anche se, nella finestra dei commenti, spiego l'origine di quei legamenti trovati su Internet e da me poi elaborati, e personalizzati, ai fini specifici di quel post.
 Premettendo che non c'è mai stata da parte mia alcuna volontà d'inganno perché nel post in questione a me risulta evidente essere, la terza parte, quella riguardante la descrizione del legamento, chiaramente fantasiosa per poter essere scambiata per vera (il rospo bollito e i peli strappati ad un caprone!)
 Ma sulla disperazione, e sul dolore, non si scherza, per questo ho deciso di scrivere questo breve inciso che riporterò anche sul post in questione, per non indurre in errore nessun'altra.

La storia di Giulietta
Capita a chi scrive in un blog d'interagire con chi lo legge: è il lato meraviglioso di Blogosphere che abbatte il muro divisorio tra lo scrittore ed il lettore, e favorisce talvolta l'inversione dei ruoli.
Mi è capitato così in questi anni d'intrattenere rapporti epistolari, alcuni trasformati poi in amicizia, con lettori/lettrici del mio blog.
E "Giulietta" ne è un esempio.
Ovviamente non è il suo vero nome ma, per ragioni di privacy, è quello con il quale io l'ho ribattezzata, omaggiandola del nome dell'eroina di Shakespeare e trasferendo la sua storia in quel di Verona.
La storia però è vera: trascritta col mio stile e pubblicata col suo consenso.
Dopo diversi scambi di mail ho proposto alla mia nuova amica di poter raccontare la sua vicenda, ovviamente senza fornire alcun suo dato personale, per farla sorridere un pò e renderla protagonista di un racconto in cui lei potesse trovare un conforto, seppur ironico e fantasioso, per alleggerire quel suo dolore di donna tradita, quello si purtroppo vero.

 Ti confezionerò un legamento d'amore e lui non potrà più fare a meno di te. Ma accetteresti di riaverlo in questo modo?
Giulietta, molto onestamente mi ha risposto che se fossi stata in grado di fare la magia lei, il traditore, se lo sarebbe tenuto in qualunque modo, tanto forte era il dolore della rinuncia, ma ancor più insopportabile sarebbe stato quello della conferma del tradimento.
Ho sofferto anch'io molto per amore, però, se mi sono soffermata a lungo e con dovizia di dettagli sull'idea della vendetta, immaginandola cruenta e dolorosa, non mi ha mai sfiorato l'ipotesi miracolosa di un legamento.
In realtà, fino a quel momento, neppure a Giulietta.
Ho raccontato così la sua storia, che è poi quella di molte altre donne, e vederla scritta le è piaciuto.
Soprattutto le è servito per riflettersi in un riquadro di specchio, un rettangolino attraverso il quale ha potuto focalizzare il suo dolore, non certo sfuggirlo e neppure annientarlo. Un piccolo passo avanti. però, verso la consapevolezza.

La storia di Giulietta è vera quanto, invece, è fasullo il legamento d'amore 
 Mi piacerebbe concludere questo post chiarificatore dicendo che il mio assurdo, quanto improbabile legamento d'amore, ha comunque funzionato perché, pur non riavendo indietro il suo uomo, Giulietta ha trovato in quella mia disgustosa, ma benefica mistura, il coraggio di guardare in faccia la verità.
Questo è il finale che avrei auspicato, ma non è andata così perché Giulietta è ancora lì a torturarsi e a chiedersi dov'è che ha sbagliato.

Odio i pistolotti moralistici e i giudizi facili, e qui spero di non averne inflitti.
Il dolore è dolore, ed ognuno di noi lo vive a modo suo.
E più il dolore è forte e più ci si aggrappa al conforto di un miracolo o di una magia.
Con Giulietta, però, abbiamo stabilito che il dolore ha un fattore comune per molte di noi: la pazienza dell'attesa.
Per questo Shakespeare ha immaginato un balcone.
Per questo, Giulietta, non avrei potuto battezzarla con nessun altro nome.

6 commenti:

  1. si credo che le donne abbiano una pazienza infinita nel saper attendere .... spero sia una virtù ........ baci cara

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    1. Non sempre lo è, Lucy.
      Purtroppo.
      Buon inizio settimana :)))))))

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  2. Vorrei una coppia di cavallucci marini ammaestrati. Me li mandi possibilmente gia completi di sella, grazie.

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    1. Provvederò immediatamente ad espletare, caro lettore, questa sua richiesta.
      I cavallucci di Mr Wolf sono una meraviglia assoluta, oltrechè una rarità.
      Ovviamente Le verranno recapitati già completi delle loro minuscole selle e, se Le aggrada, Mr Wolf in persona, si rende disponibile, gratuitamente, per un corso scientifico sulla manutenzione di questi piccoli, prodigiosi animali.
      Grazie per averci contatto e per l'ottima scelta!

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  3. Mio ineffabilesocio, per te, e solo per te sono pronta a confezionarlo un legamento d'amore: disposta a bollire vivo un rospaccio e a strappare i peli ad un caprone.
    E tutto questo in nome dell'intesa intellettuale!

    Mais tu séduis avec les mots
    Et en celui-ci tu es grand
    Extraordinairement grand :))))))

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